Parlare di produzione video significa molto più delle semplici riprese e montaggio del contenuto finito: la sua realizzazione, infatti, consiste di diverse fasi, ciascuna con un impatto diretto sul risultato finale; una di quelle più sottovalutate (o addirittura dimenticate) è la pre-produzione, che gioca un ruolo essenziale nel definire la direzione creativa, organizzativa e tecnica dell’intero progetto.

In questo articolo il glossario completo di tutti gli step ricompresi nella fase di pre-produzione di un video.

 

La fase di pre-produzione

Come anticipato nelle righe precedenti, la pre-produzione è la fase in cui ogni dettaglio del video viene pianificato con precisione. È in questo momento che si definiscono i concetti chiave, si sviluppano gli script, si selezionano i luoghi delle riprese, si formano i team di lavoro e si creano sia la base visiva che quella narrativa del progetto. La pre-produzione, inoltre, è anche il momento in cui si valuta il budget e si preparano eventuali pitch per presentare l’idea ai clienti o ai partner produttivi.

Questa fase non comprende soltanto l’organizzazione logistica, ma anche un’importante componente creativa: attraverso lo storyboard, l’animatic e altri strumenti come il rubamatic, infatti, è possibile immaginare l’evoluzione del progetto e anticipare problemi o difficoltà che potrebbero sorgere più avanti nella produzione. Vediamoli nel dettaglio.

 

Lo storyboard

Lo storyboard è uno dei primi passi nella pre-produzione del video. Si tratta di una serie di disegni, solitamente in ordine cronologico, che rappresentano i momenti principali (o fotogrammi) del video; ogni tavola contiene inoltre informazioni dettagliate su cosa accadrà in quella particolare scena, incluse le azioni dei personaggi, i movimenti della telecamera, i dialoghi e altri elementi sonori.

Oltre a fornire una visione d’insieme del progetto, lo storyboard rappresenta uno strumento molto utile anche per il regista, che può pianificare le riprese e discutere le scelte sia con il team di produzione sia, se necessario, con il cliente: essere in grado di visualizzare le idee sia da subito, infatti, è cruciale per mantenere il progetto coerente e ridurre eventuali cambiamenti costosi durante le riprese.

 

L’animatic

Una volta che lo storyboard è approvato, il passaggio successivo è quello della creazione dell’animatic: in questa fase, i disegni dello storyboard vengono trasformati in una sequenza semi-animata, spesso accompagnata da una traccia audio provvisoria. L’animatic è un ulteriore passo in avanti rispetto allo storyboard, poiché permette di capire non solo lo svolgersi delle scene, ma anche la durata, il ritmo narrativo e il flusso complessivo del video; il tutto, ovviamente, senza dover girare o montare nulla!

Grazie all’animatic, dunque, è possibile effettuare delle simulazioni temporali, rispondendo a domande quali: quanto tempo dura una determinata scena? È troppo lenta o troppo rapida rispetto all’emozione che si vuole trasmettere? Anche in questo caso, dunque, è possibile ottimizzare il progetto e prendere decisioni ben informate, risparmiando tempo e risorse utili nella successiva fase di produzione.

Nelle produzioni animate o in quelle che caratterizzate da scene a grande impatto visivo, l’animatic diventa essenziale per comunicare le intenzioni creative al team di animatori o di VFX (Visual Effects, cioè effetti visivi).

 

Il video rubamatic

Il rubamatic è un’ulteriore tecnica di montaggio utilizzata dai videomaker nella fase di pre-produzione del video. A differenza dello storyboard o dell’animatic, che si basano su materiale grafico creato appositamente per il progetto, il rubamatic utilizza spezzoni di video esistenti per simulare un’idea generica di quello che sarà il video finale: l’output, dunque, può includere clip da pubblicità, film, serie TV o qualsiasi altra fonte video che si adatti alla visione del progetto.

Grazie alle sue caratteristiche, il video rubamatic risulta utile soprattutto in campo pubblicitario e per la realizzazione di presentazioni per i clienti: mostrare un’anteprima visiva e narrativa molto vicina al risultato finale, anche senza avere girato nuove immagini, permette infatti di ottenere fin da subito un feedback prezioso, fondamentale per stabilire la forza e le eventuali modifiche da apportare al tono, al ritmo e al tipo di inquadrature utilizzati.

 

Il playblast

Il playblast è uno strumento che si usa principalmente nelle produzioni di animazione 3D. A differenza di un video completamente renderizzato, il playblast è una versione a bassa risoluzione di una scena animata, creata per verificare il movimento, le tempistiche e l’inquadratura senza dover attendere lunghi tempi di rendering; si tratta quindi di un processo di controllo preliminare che consente agli animatori e ai registi di vedere in modo rapido come si sta evolvendo la scena: una soluzione efficiente per apportare modifiche e miglioramenti prima di procedere alla versione definitiva del video.

 

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